Critics – Mimì – Maria Bazzanella

I COLORI DEL VENTO

Alberto D’Atanasio, 2017

A volte l’arte è come un vento che soffia e arriva inaspettato; ti trova impreparato come quando hai i capelli in ordine, il cappello ben posizionato in testa e niente faceva presupporre che potesse cambiare qualcosa. A volte il vento entra in una locanda sperduta in terra veneta e ha i colori e le forme che tu aspettavi, che speravi arrivassero, ma non sapevi sarebbero arrivate lì tra le consuetudini e i tempi di un pranzo di lavoro e quindi noioso.

Eppure, capita, è capitato e capiterà ancora. Ed è meglio che questo vento, anemos, spiro, Zefiro arrivi perché i periodi che scorrono atoni e afoni sono statici, rendono l’aria pesante e duro il vivere la vita. Maria Bazzanella ha cominciato a creare per rispondere a un vento interiore di cui non sa parlare, di cui a volte non vuole narrare perché gli artisti hanno un’anima che è vero e proprio labirinto in cui solo loro sanno come entrare e solo loro sanno come e quando uscire. Ogni forzatura sarebbe infruttuosa, ogni insistenza per capire o comprendere sarebbe vana. Loro decidono sempre come e quando, soprattutto se l’artista è donna. Maria Bazzanella segue il vento che soffia nella sua mente e nel suo cuore in modo che Eros e Psiche possano ritrovare luoghi e identità, poi disegna con una delicatezza di chi ha imparato dal Vento il mestiere del disegnare. Sa costruire e disporre soggetti e colori con un talento di chi considera il supporto come spazio magico su cui l’immaginario diviene imago – immagine – figura. Ma in alcune opere il suo tratto diviene sensuale e femminile, quasi che l’erotismo non sia altro che esorcizzare le paure ancestrali della morte, del non amore, dell’abbandono, del silenzio e del frastuono. In queste opere i colori hanno i toni acuti dei rossi e quelli più introversi dei blu, dei neri.

In altri quadri Maria Bazzanella esorcizza le tante vite passate che per archetipo, ricordo o per vita vissuta, ognuno di noi ha nella memoria; l’artista ha la capacità di rendere visibili questi demoni, e nel dar loro figura si acquietano, talvolta, da nemici, divengono compagni di viaggio e, nell’opera si fanno leggere, raccontare. È come se in Maria ci fosse una stanza in cui albergano demoni fantastici, ninfe e gnomi, dei e semidei che con l’arrivo del vento si animano come le Muse del Parnaso all’arrivo di Apollo. Ma se Apollo illuminava le Muse perché poi queste potessero ispirare gli uomini, lei, all’arrivo di Anemos risveglia la sua Bambina interiore, poi richiama la ragazza, l’adulta e la vecchia perché possano dare un senso a quella follia che lei sente e che nell’arte vive come la più immensa, preziosa e luminosa delle ricchezze.

In alcune composizioni i materiali si sovrappongono agli oggetti come se da quella stanza interiore i demoni portassero con sé significanti, perché il racconto possa essere narrato e cogliere anche l’osservatore più distratto. Ma se il collage composito e aggettante può risultare dissonante rispetto ad altre sue opere, con una capacità rara e un talento compositivo che sa di danza e musicalità, lei riesce a dare un senso al tutto. È così che l’oggetto recuperato dagli antiquari, la cornice ossidata, i disegni e i colori si trasmutano in segni di una sincronicità che vuole svelarsi e rompere l’insulsa filosofia della casualità.

Maria è una Donna Bambina che si riscopre Ragazza, e nell’incanto perpetuo, che non può avere età, ci racconta la sua storia fatta di immagini.

È così che Zefiro, Anemos, spiro, Vento arriva e trasmuta Cloris in Primavera; lei ci guarda e sparge rose perché da lì a poco Afrodite permetterà a Cupido cieco di mirare a Castità, e lei, con Purezza e Passione inizierà la danza; di questo è testimone il messaggero degli dei, Ermes, che di ciò che accade a Maria Bazzanella e dei colori del Vento, gli dei sull’Olimpo sta avvertendo.

Alberto D’Atanasio

Docente M.I.U.R. di Storia dell’Arte,

Estetica dei Linguaggi Visivi. Teoria della percezione e Psicologia della forma

English version

At times art is like a wind blowing unexpectedly; it finds you unprepared like when your hair is combed, your hat is sitting nicely on your head and you would have never thought that something could change. At times wind enters an out-of-the-way inn in Veneto, with the colours and the shapes that you were waiting for, that you were hoping for, but you would not expect to arrive in the middle of a boring business lunch.

However, it happens, it did happen and will happen again. And one hopes that this wind blows again because when time lapses unstressed and voiceless, the air gets stuffy and life becomes hard. Maria Bazzanella commenced creating in response to an inner wind that she cannot and does not want to explain because an artist’s soul is a maze in which they only know how to enter, and they only know how and when to come out. Forcing them would be useless, trying to understand would be vain. They decide when and how, above all when the artist is a woman. Maria Bazzanella follows the wind blowing in her mind and soul so that Eros and Psyche can find their places and identities again, then she draws with the gentleness of those who learnt to draw from the Wind. She can place objects and colours with the talent of those who consider the backing a magical space, where imagination becomes image, shape. And in some of her work, the stroke becomes sensual and feminine, almost if erotism was a means to keep her fear of death, lack of love, abandonment, silence or noise away. In these works, the hue tends to acute red, or more introverted blue and black.
In other works Maria Bazzanella seems to be keeping away the many past lives that by archetype, memory or because actually lived, each one of us bears within; the artist has the ability to make these demons visible, and because of that, they seem to calm, almost changing from enemies to traveling companions, allowing to be read and narrated.
It is like if within Maria there was a room full of fantastic demons, nymphs and gnomes, gods and demigods who, when the wind blows, get to life as the Muses on the Parnassus when Apollo arrives. But if Apollo lit the Muses so that they could in turn inspire the humans, she, when Anemos wakes her inner Girl up, calls for the young, the adult and the old woman within so that they can give that madness a sense, madness that she feels and lives in her art as the most immense, precious and luminous wealth.
In some compositions, materials overlap objects as if from her inner room those demons were bringing objects so that the story can be told, and capture even the most distracted spectator. Even though the collage might come across too different from other works of hers, she makes sense of everything with a rare capability and with a composing talent which reminds of music and dance. This way, an object found in an antique shop, an oxidised frame, drawings and colours become signs of a synchronicity that wants to come out and break the silly philosophy of fate.
Maria is a Woman-Girl who finds her Young Woman, and who, in an ageless charm, tells us her story using images.
This way, Zephyr, Anemoi, Wind transforms Chloris into Spring; she looks at us and spreads roses because shortly Aphrodite will allow blind Cupid to aim at Chastity, and she, together with Pureness and Passion, will commence the dance; Hermes witnesses all this and warns the Gods of Olympus of what is happening to Maria Bazzanella and of the colours of Wind.

Alberto D’Atanasio
Docente M.I.U.R. di Storia dell’Arte,
Estetica dei Linguaggi Visivi. Teoria della percezione e Psicologia della forma

LE FORME DELL’ANIMA

Giulietta Calzini, 2017

Maria Bazzanella nasce e lavora ad Avio di Trento. Graffianti e pervasive sono le configurazioni dei mondi interiori di Maria Bazzanella, in arte Mimì. Mondi che non possono che essere multipli, espressioni delle innumerevoli sfumature della realtà che ci circonda.

La pluralità dei miti e delle loro interpretazioni, così come delle antinomie interiori assumono, nella sua pittura, una configurazione materica, colorata e multidimensionale, grazie all’ausilio di perle, tessuti, smalti e strati di colore che evocano espressioni surreali.
L’esorcismo che Mimì compie altro non è che il tentativo di dare forma alla frammentarietà che ci compone: delicatezza e brutalità coesistono, mescolandosi i un cromatismo simbolico e ricco di carica emotiva.
Ecco allora che le chimere e i demoni assumono forma; ecco che le paure e i desideri prendono voce: la voce di Mimì, colorata, tagliente ed enigmatica.
Ha scritto di lei con forte risonanza nel pubblico e nella critica il prof. Alberto D’Atanasio, docente M.I.U.R. di Storia dell’Arte.
In seguito al successo riscontrato a “Biennale Milano” 2017 e all’incontro con il Prof. Vittorio Sgarbi, l’artista ci dedica la sua personale di 20 opere, molte delle quali inedite.

Testo critico di Giulietta Calzini, gallerista d’arte in Sanremo.
Sanremo, 27 Ottobre 2017.